- Francesco Cacciola
Disadattato

Non importa che il volume sia assordante
Che la strada non finisca o che non esista percorrenza
Che le parole possano fermarsi in uno spazio occupato
Non interessa se il tempo è grigio
O solo se tempo non è mai stato
Se sfiliamo sui precipizi – spesso sperando di restare in solo in equilibrio e la maggior parte delle volte ci caschiamo
Non conta saper dove andare
Non essere mai partiti
Prevedere il futuro
Sentire odori nuovi
Sperare di odorare ancora le fragranze di una vita di effluvi
Scavalcare il dolore
Nascondere Ogni paura
Importa a qualcuno di qualcuno?
Importa a qualcuno di qualcosa?
E lasciamo che il progresso diventi regresso
Che il silenzio possa non insegnare
Tanto non ha un cazzo da dire altrimenti urlava
Lasciamo che restino chiuse le porte
Che le file si sfoltiscano
Tanto le origini delle code non dovrebbero aver senso se non in chi le fa
Che tutto perda colore
Tanto le tinte sono solo dettagli
Che vuoi che possano contare
Non esiste niente oltre – restiamo fermi allora
Non senti niente?
Possiamo anche non svegliarci
Eppure
Eppure ci credo spesso più di quando vorrei
Dovrei
Posso permettermi di fare
Credere è come finire dritto dove non volevi andare – ci vai lo stesso tanto non avresti alternative.
Ma posso anche fingere di non sapere
Dirlo anche quando non lo provo
Provarlo e non saperlo dire
Sognarlo e non avere facoltà di farlo
Poterlo fare e non saper sognare
Ho imparato a distinguere nel disordine che dimora in me
Ho capito che il disordine è l’umanità ed io posso solo
Riordinare ogni tanto
Sistemare tutto – sapendo –
Che l’apparenza è solo un modo per naccontare una subdola verità
Disadattato